Percorri il Lazio
Prova la tua nuova esperienza di visita nei luoghi della cultura del Lazio. Scegli il tuo phygital tour: esplora la mappa, i Virtual tour, scarica le APP e lasciati condurre da uno storytelling ricco di contenuti inediti.
Prova la tua nuova esperienza di visita nei luoghi della cultura del Lazio. Scegli il tuo phygital tour: esplora la mappa, i Virtual tour, scarica le APP e lasciati condurre da uno storytelling ricco di contenuti inediti.
La Chiesa di San Cataldo di Cottanello è entrata ufficialmente nel circuito Cultura a porte aperte. L'apertura è resa possibile da un sistema automatico di accesso tramite App “Chiese a porte aperte” attraverso la quale l'utente registrato può prenotare la visita 365 giorni l'anno. Dopo l'ingresso si avvia una narrazione automatizzata multilingue che accompagna il visitatore alla scoperta del luogo; è disponibile anche un pannello tattile e la narrazione in LIS. L'Eremo di San Cataldo è il primo luogo che applica la tecnologia di apertura e il modello narrativo sperimentati da “Chiese a porte aperte” al di fuori dei confini del Piemonte e della Valle d’Aosta, dove il progetto è nato sostenuto dalla Consulta per i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta e dalla Fondazione CRT, con il contributo della Regione Piemonte. L'adesione dell’eremo al progetto Cultura a porte aperte" è stata possibile grazie a DUC IN LATIUM – Percorri il Lazio, iniziativa finanziata dalla Regione Lazio (per maggiori informazioni).
Nella Biblioteca Mariana ad Anagni si possono leggere preziose edizioni di vite dei Santi, panegirici, martirologi, opere e regole, legate in qualche caso a tipografi e librai che hanno fatto la storia dei libri a stampa. Dai celebri Giunta di Firenze, Venezia e Lione, passando per il "perfetto stampatore" veneziano Baba, gli intraprendenti Baglioni e il colosso di Anversa dei Plantin, incrociando la tipografia dei fratelli romani Nicolò e Marco Pagliarini, la Stamperia pontificia Vaticana gestita dai Salvioni e quelle Reali di Parma e Torino, approdando anche nella piccola tipografia di Angelo Mancini ad Anagni: la collezione della Biblioteca Mariana offre un viaggio tra i tipi e i torchi d’Europa dal Cinquecento ad oggi, e tra "bei caratteri, buoni inchiostri, … e bella carta", racconta i primati produttivi dell’industria tipografica e i suoi legami con la storia culturale e politica, i dettami della Controriforma, le collaborazioni con gli intellettuali più o meno allineati con il papa e i governi del mondo. Tante storie, arrivate sulle mani dei giovani che con i libri "ad usum Seminarii Anagnini" si sono formati per quattrocento anni in numerose discipline, dalla grammatica alla contabilità, dalla teologia al canto gregoriano, dalla poesia in onore dei Santi alla preghiera con martirologi e santorali. Nell’ambito del progetto DUC IN LATIUM è stato promosso un progetto di digitalizzazione di 109 opere della collezione libraria, tra cui diverse cinquecentine e seicentine, per raccontare i Santi, i Beati e i Servi di Dio legati alla storia della Diocesi di Anagni-Alatri, dai Santi esemplari cui si deve la cristianizzazione del territorio alle figure gigantesche di Sant’Agostino, Santa Chiara d’Assisi o San Tommaso d’Aquino. I libri sono stati scelti per: le connessioni tra la biografia e/o il carisma del Santo e la storia del territorio diocesano; le connessioni tra la biografia e/o il culto del Santo e i luoghi della Diocesi; la preziosità delle edizioni; la presenza di apparati iconografici. Dalle pagine pregevoli di questi volumi custoditi in Biblioteca sono stati inoltre promossi dei percorsi per cogliere sul territorio i contrassegni di "quei veraci sentimenti riservati ai beati abitatori del Cielo", andando alla scoperta di luoghi e immagini dedicati sotto il titolo di Santi particolari, per i quali sono state lette e meditate le parole inchiostrate sulle matrici delle antiche stamperie. LA DIGITALIZZAZIONE La digitalizzazione dei volumi della Biblioteca Mariana è stata effettuata con l’utilizzo dello scanner planetario Metis da operatori giovani attivi nel progetto Coworking Gottifredo dell’omonima Associazione ETS, riconosciuto come buona pratica dalla Regione Lazio, formati dal 2022 presso il Centro di ricerca DIGILAB dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma, avvalendosi della consulenza scientifica della dott.ssa Letizia Leo. Per ciascun volume sono stati acquisiti i file master in formato TIFF non compresso a 600 DPI, con profilo colore a 24 bit, dai quali sono state generate le immagini derivate in JPEG di alta qualità e file nei formati PDF, OCR e FLIP dinamici. Ad ogni libro digitalizzato sono associate un’immagine con il color checker e una scala millimetrata per comprendere dimensioni e colorimetrie originali. La digitalizzazione mette così a disposizione formati e metadati attraverso i quali ampliare il patrimonio della Biblioteca e la capacità di interrogazione dei testi, rendendo accessibile la collezione anche attraverso la consultazione on line su BeWeB. SULLE TRACCE DEI SANTI Dalle pagine ai luoghi: la seconda fase del progetto impiega i testi letterari e liturgici per comprendere iconografie, spazi sacri e sacre reliquie, ma soprattutto per ricucire alle immagini dei Santi e ai loro altari le narrazioni che li riguardano e anche tutto il paesaggio sonoro di letture ad alta voce e sante conversazioni che hanno animato in tempi diversi della storia la meditazione e la devozione. È il tentativo di esplorare attraverso un’esperienza phygital tutte le connessioni tra i beni - libri, opere e architetture - ispirandosi alla memoria più antica della Chiesa. Tra il IV e il V secolo d.C. il grande flusso di pellegrini sulle tombe dei martiri creò l’esigenza di spiegare ai fedeli la vita e le circostanze delle esecuzioni: furono così composte, quasi sempre da chierici anonimi custodi dei sepolcreti, iscrizioni metriche e passiones, che sostenevano la fede e raccontavano un mondo, facendo conoscere i luoghi. Per DUC IN LATIUM sono stati scelti in particolare tre Santi: un martire, un papa, un eremita; seguendo le loro tracce, sono state realizzate immagini ad alta risoluzione e sono ora disponibili anche dei virtual tour. Questa parte del progetto è pensata come continuamente implementabile a partire dalla possibilità di approfondire altre combinazioni di dati, tra documenti digitalizzati, la vita nel Seminario vescovile e le chiese del territorio diocesano.
L’Archivio Storico Diocesano di Anagni custodisce dal 2010 l’antico fondo capitolare della Cattedrale di Santa Maria Annunziata, dotata di un Tabularium già a partire dal XII sec. I documenti attestano soprattutto gli jura della Cattedrale e sono prodotti a beneficio del potente Capitolo, ma l’archivio capitolare ha raccolto anche le carte della chiesa anagnina e gli atti dei Vescovi fino al Cinquecento, arricchendosi delle pergamene di IX-X sec. versate dal monastero di San Pietro di Villamagna dopo il 1297 e di importanti archivi privati due-trecenteschi. Si aggiunge inoltre a questa cospicua documentazione la produzione della cancelleria pontificia negli anni in cui i papi hanno soggiornato ad Anagni, fino al periodo bonifaciano (1280-1303) a cui corrisponde un corpus di grandissimo interesse per la storia del pontificato del papa anagnino Bonifacio VIII e per la ricostruzione della sua influenza sulla vita degli istituti ecclesiastici e della città laziale. Nonostante alcuni documenti siano stati trasportanti a Roma alla fine del XVI sec. nel tentativo di riunificare nell'Archivum Arcis le carte pontificie, mescolando però a quelle anche carte anagnine e di importanza locale, la consistenza dell’archivio capitolare, per numero e rilevanza delle entità documentali, ha conservato un altissimo valore: ad oggi si contano 1177 pergamene e diverse serie di atti cartacei databili tra il IX sec. e l’età moderna. CATALOGAZIONE E TRANSIZIONE AL DIGITALE Dopo le attività di tutela, gli studi e le edizioni dedicate al fondo capitolare con rinnovato slancio nel corso della seconda metà del Novecento, il progetto DUC IN LATIUM apre una nuova fase per la conservazione e la ricerca nel nostro archivio. Disponendo di un solo inventario cartaceo delle pergamene, compilato nell’anno 1700 dal canonico Domenico Ciro, assolve all’urgenza di digitalizzare il processo di catalogazione e avvia la compilazione del catalogo mediante l’applicativo Arianna4Work con la creazione delle schede descrittive e l’aggregazione delle riproduzioni digitali. La dematerializzazione dei documenti, inclusi i sigilli ove presenti, consente di censire velocemente e di disporre di immagini ad alta risoluzione della collezione pergamenacea e sfragistica, di approfondire e incentivare le ricerche e di preservare gli originali, promuovendo la consultazione del patrimonio su BeWeB per le fasi di studio che non prevedano una specifica analisi del supporto. LA VALORIZZAZIONE DEL CORPUS BONIFACIANO. DAL DOCUMENTO ALLA CITTÀ Con il progetto DUC IN LATIUM inizia anche una fase di valorizzazione di tutte le conoscenze desumibili dai documenti sulla fisionomia della città di Anagni e del suo paesaggio rurale medievale, specialmente nel periodo in cui ha dominato la famiglia Caetani e la gigantesca figura di papa Bonifacio VIII. La ricostruzione delle dimensioni e dell’articolazione interna di Anagni nell’ultimo quarto del Duecento, la delimitazione delle parrocchie e delle regioni civili, la distribuzione della proprietà fondiaria e immobiliare, con le innumerevoli notizie sulla composizione sociale e politica e sulle questioni economiche, sono campi di indagine in cui si sono addentrati gli studiosi almeno dagli anni ’60. Oggi è possibile visualizzare gli esiti delle loro ricerche in modo innovativo, su mappe interattive e in ambienti relazionali, in grado di mettere insieme più entità: dal documento digitalizzato alla fotografia, dalla navigazione virtuale al video, dall’informazione testuale a quella geografica. Si parte con un documento fondamentale: la Sententia diffinitionis parrochiarum del 1280.
Il giro per l’Alto Lazio prosegue con la visita del vescovo Leti del 1662 che parte da Acquapendente (che da pochi anni è diventata capoluogo di una antica diocesi che da lei ha preso il nome dopo che il pontefice Innocenzo X aveva deciso di abolire la antica diocesi di Castro e di distruggere quella città che era stata il capoluogo dell’omonimo Ducato e della diocesi che aveva lo stesso nome) e si occupa delle chiese del capoluogo e poi dei paesi più importanti che sono Ischia di Castro, Farnese e soprattutto Canino. È un territorio strategico quello dell’antica diocesi di Acquapendente perché è al confine con il Granducato di Toscana dove hanno trovato rifugio gli ebrei cacciati dallo Stato pontificio ma è anche la porta d’ingresso, sulla Via Cassia, di pellegrini, di commercianti e di eserciti che si muovono verso Roma. DESCRIZIONE DEL VIAGGIO AL TEMPO DEL VESCOVO LETI Ad integrare quello che la visione del video sul viaggio può aver omesso, una descrizione più articolata delle modalità con le quali si svolgeva la visita pastorale nel periodo in cui vive il vescovo Nicola Leti. Gli spostamenti nel XVII secolo, i percorsi spesso impervi, il tempo necessario per coprire i lunghi tragitti, il clima non sempre favorevole, il lavoro dei convisitatori che analizzano la documentazione contabile di parrocchie e confraternite, l’accoglienza che il parroco e i fedeli riservano al vescovo. Tutto è presente nel racconto del viaggio . INDICE DELLA VISITA DEL VESCOVO LETI (1662) Un Indice analitico, carta per carta, della visita pastorale del 1662 alla Diocesi di Acquapendente. L'indice prevede la segnalazione dei luoghi visitati: chiese ed altari, conventi e monasteri, confraternite e luoghi pii; i documenti amministrativi allegati alla visita: inventari ed elenchi dei beni; la visita personale ai canonici e ai religiosi. Ne risulta un insieme di informazioni geografiche e di gestione che consente di seguire il percorso che il vescovo fa durante la visita e il controllo che esercita sul territorio. BREVE RACCONTO DELLA VISITA DEL VESCOVO LETI (1662) Un breve racconto della visita del vescovo Leti del 1662 alla cattedrale del Santo Sepolcro ad Acquapendente e al santuario del Crocifisso di Castro. La descrizione consente di identificare, oltre alle chiese, anche le cappelle, gli altari, gli oggetti liturgici, le opere d'arte, le associazioni laicali e i luoghi pii che hanno sede nelle chiese collegando ogni oggetto ed istituzione alle banche dati pubblicate in BeWeB restituendo una descrizione della chiesa al momento della visita dei vescovi. APPROFONDIMENTI Approfondimenti sulla storia della cattedrale del santo Sepolcro ad Acquapendente e del santuario del SS.mo Crocifisso di Castro, su cappelle, altari, opere d’arte benefici, dalla loro origine fino all'aspetto che hanno oggi; corredate da collegamenti a beni archivistici e librari presenti nelle banche dati nazionali ed internazionali. Gli approfondimenti sono accompagnati da foto a 360 gradi e da documentazione archivistica e bibliografica sula quale poter approfondire ulteriormente le ricerche.