Presentazione
La chiesa di S. Giovanni Battista o del Gonfalone, che si trova sulla Via Carinal La Fontaine, fu costruita a partire dal 21 dicembre 1665 per volere del vescovo Francesco Maria Brancaccio. In quegli anni Viterbo era segnata da una terribile epidemia di peste che, nonostante i severi provvedimenti presi dal vescovo e dal governatore della provincia, era scoppiata in città pochi anni prima. La chiusura delle porte, le guardie a cavallo che percorrevano le campagne, la sottoposizione a quarantena di chiunque provenisse da luoghi sospetti, la promessa di commutazione di pena offerta ai galeotti che avessero servito da facchini alla città, il divieto di macerare lino e canapa e di vendere uva non erano serviti ad evitare il contagio. Il Comune non aveva badato a spese per quarantene, soldatesche di guardia, disinfezione delle case, distruzione delle masserizie, assistenza sanitaria, approvvigionamento per i poveri; il vescovo Brancaccio aveva contribuito ad alleviare le gravezze di una situazione tanto difficile per la città e si era dimostrato sollecito nel provvedere personalmente a dare forma ai sentimenti dei cittadini.
Aveva fatto riparare i danni subiti dalla torre prospiciente la chiesa di S. Stefano distrutta pochi anni prima, aveva istituito la celebrazione della festa dell’Immacolata Concezione e promosso la costruzione di tre grandi chiese: il tempio eretto presso il collegio dei Gesuiti, la chiesa di S. Maria della Pace e quella del Gonfalone eretta per volontà della confraternita omonima.
L’Associazione – il cui fine caritatevole era quello di visitare i malati e sostenere con una dote le ragazze povere della città – era considerata una delle più importanti di Viterbo. Nonostante il favore del vescovo e l’agiatezza economica della confraternita, la facciata fu terminata soltanto nel 1726 e trenta anni dopo si diede inizio alla decorazione della volta. La riconsacrazione della chiesa è testimoniata nel 1757 da parte del card. Giacomo Oddi mentre al 1836 risale un restauro realizzato grazie alla Cassa di Risparmio di Viterbo al quale seguirono un secondo, nel 1911, ad opera dell’imprenditore Giuseppe Caccia ed un terzo nel 1920-22.
Dal 1913 la chiesa viene unita alla vicina parrocchia di S. Maria Nuova oggi fa parte del territorio di pertinenza della parrocchia di S. Maria Nuova – S. Lorenzo.