Percorri il Lazio
Prova la tua nuova esperienza di visita nei luoghi della cultura del Lazio. Scegli il tuo phygital tour: esplora la mappa, i Virtual tour, scarica le APP e lasciati condurre da uno storytelling ricco di contenuti inediti.
Prova la tua nuova esperienza di visita nei luoghi della cultura del Lazio. Scegli il tuo phygital tour: esplora la mappa, i Virtual tour, scarica le APP e lasciati condurre da uno storytelling ricco di contenuti inediti.
Un innovativo video racconto che ha come protagonista Sant’Agostino ed i cinque luoghi della Diocesi di Civitavecchia – Tarquinia che conservano ancora oggi tracce del suo passaggio. Il visitatore troverà in ciascuno di questi luoghi un libretto interattivo sul quale, oltre a parole e immagini, i QR code da scansionare permetteranno il collegamento a informazioni di approfondimento e contenuti speciali, riproduzioni dei luoghi in 3D e possibilità di visitarli virtualmente, informazioni su di essi e sulle opere che conservano. Grazie alla realtà aumentata le pagine del libretto prenderanno vita e l’utente potrà, inquadrando le pagine, accedere anche al portale interattivo del video racconto, lasciandosi trasportare dalla voce narrante che lo accompagna seguendo il filo delle immagini. Punto di partenza il Mast “Carlo Chenis” di Tarquinia, il museo diocesano che conserva un dipinto di Pietro Gagliardi, raffigurante Sant’Agostino. Sarà proprio lui che “prenderà vita” dal libretto, invitando l’utente a sfogliare lo stesso ed iniziare il viaggio. Un viaggio che sarà non soltanto virtuale, ma che potrà anche trasformarsi in reale, supportato dai contenuti speciali ottenuti dai QR code. L’itinerario storico-artistico interessa tre comuni: Allumiere, con l’Eremo della Santissima Trinità; Tarquinia, con la località “Le Villette” e l’ex complesso agostiniano S. Marco; Tolfa, con il Santuario di Santa Maria della Sughera. Un territorio vasto, segnato da una memoria importante che merita di essere tramandata e riscoperta.
Un viaggio virtuale attraverso i luoghi di Tarquinia che custodiscono le opere di Antonio del Massaro detto “il Pastura”. Tre tappe e tre diversi edifici, tutti ricostruiti in 3D, per i quali è possibile una visita virtuale ed interattiva del loro interno, con presenza di speciali hotspots da cliccare per ricevere informazioni storico-artistiche sugli edifici stessi e sulle opere protagoniste dell’itinerario artistico. Informazioni da leggere o da ascoltare grazie all'ausilio delle audioguide. Il tour, grazie ai dettagli che riporta, funge anche da mappa che il visitatore può utilizzare per trasformare la sua esperienza da virtuale a reale e raggiungere fisicamente le tappe del percorso. Si parte dal Museo Diocesano di Arte Sacra di Tarquinia, il MAST- Carlo Chenis, con la tavola dipinta “La Madonna del Latte”, si prosegue con il Duomo della città, la concattedrale dei Santi Margherita e Martino, che custodisce gli splendidi affreschi realizzati dall’artista sulla vòlta del presbiterio (e la possibilità di vederli da vicino grazie alle riprese in VR) e si conclude con la chiesa di San Giovanni Gerosolimitano, dove è presente un affresco attribuito al Pastura. Basterà inquadrare il QR code presente sui leggii posti all'interno di ciascun edificio per dare inizio ad uno straordinario viaggio alla scoperta di un artista che ha influenzato tutta l’arte pittorica della Tuscia quattro/cinquecentesca.
Il progetto consiste nell’ideazione e realizzazione di un percorso museale in realtà aumentata (RA) fruibile tramite un'app dedicata. L’esperienza mira a valorizzare quattro opere selezionate all’interno del Museo Colle del Duomo, approfondendone gli aspetti storici, artistici e tecnici. Le opere che sono state scelte sono: la Dea dell’Abbondanza, la Madonna della Carbonara, il Battesimo di San Tranquillino e l’Angelo reliquario con la mandibola di San Giovanni Battista. Abbiamo scelto queste quattro testimonianze per il loro valore evocativo e perché sono potenti frammenti dell’identità culturale del Museo Colle del Duomo e del territorio che lo circonda. Attraverso l’inquadratura delle opere con un dispositivo mobile, l’app sovrappone contenuti visivi, testuali e audio direttamente alla realtà, in modo interattivo e dinamico, grazie al riconoscimento di forme e colori. Ogni contenuto audiovisivo include: testo in lingua italiana, materiali d’archivio (fotografie, disegni, video), infografiche animate, video in LIS (Lingua dei Segni Italiana) e audiodescrizioni pensate per le persone cieche (inquadrano qr code in prossimità delle opere scelte). L’app rappresenta un’esperienza digitale scalabile nel tempo: è possibile ampliarla integrando nuove opere o lingue. Non essendo vincolata a teche o supporti fisici, la RA consente di valorizzare sia opere bidimensionali (come quadri o affreschi) che tridimensionali (come sarcofagi, busti o abiti). Il livello di interattività proposto risulta particolarmente coinvolgente per il pubblico più giovane. Inoltre, i tablet forniti, ad alte prestazioni, resteranno in dotazione al museo, offrendo la possibilità di ospitare ulteriori contenuti multimediali in futuro.
Nel cuore di Rieti sorge un edificio che ha attraversato i secoli intrecciando la storia della città con quella della Chiesa universale. È il Palazzo Vescovile, antica sede vescovile e poi residenza dei pontefici itineranti, teatro di incoronazioni, incontri diplomatici, trasformazioni architettoniche. Oggi, questo luogo emblematico entra in una nuova stagione di valorizzazione culturale, grazie a un progetto che mette in dialogo memoria e innovazione. Il percorso di visita prende avvio dagli spazi del Museo Diocesano e dalle strutture adiacenti, ospitate proprio all’interno del Palazzo. Qui, il patrimonio conservato – artistico, documentale, architettonico – si fa chiave di lettura per un racconto più ampio. Il Palazzo non è solo oggetto di studio e ammirazione: è soggetto narrante, protagonista di un’indagine che fonde rilievi tecnologici e fonti storiche, per rendere leggibile una vicenda urbana e spirituale che ancora oggi segna il volto della città. Uno degli esiti di questo approccio di valorizzazione è stato la realizzazione di un video narrativo, costruito a partire da rilievi laser-scanner e riprese aeree. Attraverso immagini e voce, si restituisce l’evoluzione del complesso e la sua integrazione con la Cattedrale di Santa Maria, in un’unità architettonica frutto di compenetrazione e adattamenti successivi. Le trasformazioni sono raccontate non solo come sequenze storiche, ma come variazioni nello spazio, nei materiali e nei gesti che hanno abitato quei luoghi. Dai fasti del Duecento – con i soggiorni di Innocenzo III, Gregorio IX, Bonifacio VIII – fino ai restauri promossi dal vescovo Rinaldi negli anni Trenta del Novecento, il Palazzo ha conosciuto alterne vicende, con aggiunte e adattamenti. Oggi, si porta avanti una riflessione sul suo significato e sul suo ruolo possibile, anche grazie al confronto con altre esperienze e contesti del territorio regionale. Le tecnologie impiegate non sono semplici orpelli digitali, ma strumenti per ampliare la consapevolezza e favorire un’esperienza di visita che sia coinvolgente, ma non effimera. L’obiettivo è riattivare il senso di un luogo che ha custodito il potere e la fede, e oggi può tornare a generare conoscenza, appartenenza, responsabilità. Nel Salone Papale, uno dei gioielli del Palazzo, temporaneamente adibito a spazio espositivo delle opere recuperate dopo il sisma del 2016, si è sperimentata già questa funzione pubblica e aperta. Il progetto non vuole sovrapporsi, ma dare continuità e spessore, immaginando il Palazzo come nodo attivo di una rete culturale e spirituale che attraversa l’intera regione. Una trama di luoghi, dati, immagini e racconti in cui il visitatore non è semplice spettatore, ma parte in causa: chiamato a percorrere, conoscere, custodire.