Presentazione
Nel parco del Santuario si trova la chiesetta rupestre di San Michele Arcangelo, a picco sulla rupe che sovrasta la grotta della Madonna Ad Rupes. Nelle sue forme attuali risale a molti secoli dopo gli insediamenti monastici antichi ma, verosimilmente, è stata realizzata nei pressi di un’antica cappella o di un luogo dedicato al culto dell’Arcangelo guerriero. Secondo la tradizione sarebbe stato lui a comunicare la morte di sant’Anastasio e degli altri monaci chiamandoli a gran voce dall’alto di una rupe della valle Suppentonia. In effetti, gli stessi monaci del VI secolo, ma anche quelli che ricostruirono il monastero di Sant’Elia nel 1200, veneravano questa figura in una cappellina a picco sulla valle.
Il fatto che sia stata ricostruita dove presumibilmente era in antichità e dove sarebbe risuonata la voce potente dell’Arcangelo ci fa comprendere come le vicende dei primi monaci abbiano segnato in modo indelebile il paesaggio, sacralizzandolo e conservandone le memorie fino ai giorni presenti.
L’interno della chiesa è molto semplice e a navata unica. Da segnalare per il suo simbolismo è un quadro moderno posto sull’altare; si vede l’Arcangelo che sembra poggiare il piede su Castel Sant’Elia e i santi patroni Anastasio e Nonnoso che intercedono in favore dei suoi abitanti.
Nei pressi della chiesina si trova il piccolo cimitero sotterraneo dei frati francescani, primi custodi del Santuario




