Presentazione
Intorno alla metà degli anni ’90 del VI secolo papa Gregorio Magno scrisse un libro, i Dialoghi, nel quale racconta le vicende dei monaci e del monachesimo nell’Italia del suo tempo. Nel libro egli parla anche della Valle Suppentonia, una valle lunga e stretta, costeggiata da rupi e coperta da boschi fittissimi che da Nepi arriva a Civita Castellana passando sotto il piccolo borgo di Castel Sant’Elia. Nelle grotte che si aprivano a mezza costa vivevano numerosi eremiti ed era sorto un piccolo monastero chiamato da Gregorio Subpentoma.
Queste grotte sono ancora visibili, anche se in qualche caso hanno subito una radicale trasformazione. In particolare la grotta cosiddetta di San Leonardo, rifugio secondo la tradizione dell’omonimo eremita, conserva molte tracce della sua originaria funzione di luogo di meditazione e di preghiera, tipico della vita eremitica.
Al suo interno si trovano tre piccoli ambienti. Quello di sinistra forse utilizzato per il riposo; in quello centrale probabilmente si svolgevano le attività giornaliere; quello di destra, che attualmente è l’ambiente d’ingresso, era dedicato alle funzioni religiose; quest’ultima stanzetta termina con una piccola abside, la tipica parete arrotondata delle chiese, in origine completamente affrescata ma che ora conserva solo tracce di pitture nelle quali si intravedono il Salvatore e vari figura di santi.





