Presentazione
Il monastero Subpentoma citato nei Dialoghi, nel XIII secolo fu ricostruito con il nome di Sant’Elia; di quest’ultimo rimangono poche tracce ma si conserva la sua splendida chiesa, oggi nota come Basilica di Sant’Elia. A destra della sua facciata, dov’era il monastero medievale, si trova il suggestivo cimitero del paese omonimo.
La chiesa conserva un pavimento del XIII secolo, simile a quelli di molte chiese romane e del territorio, e numerosi cicli di affreschi realizzati tra il XII e il XVI secolo.
I più antichi si trovano nell’abside, anche se mescolati con altri più moderni. Al centro è rappresentato Cristo circondato da santi, tra cui lo stesso sant’Elia; altri santi, dipinti in epoche successive, sono presenti nell’abside e lungo la parete destra. Si distinguono anche file di Vergini in cammino, di apostoli che vanno verso l’Agnello e scene tratte dal libro dell’Apocalisse.
Di particolare importanza sono gli affreschi del braccio destro del transetto, in cui è rappresentata la morte di sant’Anastasio, abate del monastero, e di altri sette monaci come viene narrata nei Dialoghi: chiamati da una voce potente proveniente dalla sommità della rupe, che secondo la tradizione apparterrebbe all’Arcangelo Michele, gli otto rendono l’anima a Dio. Negli affreschi è descritta la scena e le relative cerimonie funebri successive alla morte dei chiamati.
Nella cripta, che contiene le sepolture dei santi Anastasio e Nonnoso, si possono ammirare tracce di antichi affreschi.





