Chiesa di Santa Maria Maddalena

Edificio di culto

  • Canino (VT)
  • Canino, S. Maria Maddalena
  • Canino, S. M. Maddalena

Presentazione

Eretto presumibilmente tra il XII e il XIV secolo. Citato per la prima volta come saccello di S. Maria Maddalena nella visita del vescovo di Acquapendente Pompeo Mignucci del 1650. Sita presso il sobborgo di Canino, in quell’anno è definito “Fornicatu et Dealbatu”. Nel 1656 la chiesa è descritta in buone condizioni, non molto grande, ma provvista di un arco, ornata da colonne e cornici. Dietro l’unico altare, sulla parete, è dipinta l’Immagine della Vergine con Gesù Bambino e s. Maria Maddalena. Nel 1693 il vescovo Febei decreta che venga unita alla chiesa parrocchiale di S. Croce. La progressiva perdita di importanza e il terreno franoso sul quale sorgeva la rendono sempre meno presente. Documentata fino alla metà del XVIII secolo, da quella data scompare dalle visite pastorali.

A navata unica, internamente larga poco più di 7 metri e lunga circa 12. Un grande arco a tutto sesto invita ad entrare nell'area absidale. In alto sulla destra una piccola finestra serviva a dare luce all'ambiente.

Fonti: Archivio storico vescovile di Acquapendente, Serie Visite pastorali, visite di: Pompeo Mignucci, 1650, c. 113; Nicola Leti, 1656, c. 158v; Nicola Leti, 1659, c. 59; Nicola Leti, 1662, c 29; Nicola Leti, 1665-67, c. 74v; Alessandro fedeli, 1693, c. 17v; Bernardino Egidio Recchi, 1726, c. 5; Ferdinando Agostino Bernabei, 1728, c. 9; Giovanni Domenico Santucci, 1750, c. 20; A. Risi, Favente Deo, invidia repulsa: dieci storie di Canino, s.l. 2024, pp. 147-149; A. Risi, G. Mazzuoli, Canino: guida per il visitatore, 2025, pp. 101-103.

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