Consacrata
dal vescovo di Castro, sotto il pontificato di Eugenio II (824-827), in onore
dei santi Daniele, Antonio e Luca. La costruzione iniziale era provvista di una
vasca per il battesimo ad immersione, una sacrestia ed un campanile. Restaurata
tra il XVI e il XVII secolo; durante i lavori all’altare maggiore si ritrovano
le reliquie di s. Clemente, patrono del paese. Dissacrata per spargimenti di
sangue, viene ridedicata nel 1621 ai Santi Giovanni e Andrea. Fino a 1663 la
chiesa arcipretale dei SS. Giovanni e Andrea è l’unica parrocchia, in quella
data viene eretta una nuova chiesa parrocchiale di S. Croce; nel 1693 sarà
diviso il territorio di competenza delle due parrocchie per formare la cura. Il
14 maggio 1786 si porta il SS. Sacramento dalla chiesa collegiata nella chiesa
della Misericordia (S. Croce) e il giorno seguente si inizia la demolizione
della collegiata per riedificarla. Insieme al SS. Sacramento si trasportano
nella chiesa della Misericordia anche le reliquie di S. Clemente e altri santi.
Più di un secolo dopo nuovi lavori di ristrutturazione terminano nel 1932 ma
nel 1944 è nuovamente danneggiata dai bombardamenti: incrinato qualche muro
maestro, distrutti infissi e vetrate, avarie al castello delle campane e al
muro di cinta al lato del campanile.
Fonti: Tuscia viterbese, II, 1868, p. 77; A. Risi, G. Mazzuoli, Canino: storia, arte e cultura, 2004, p.
30; cfr: Archivio vescovile di cquapendente, serie Visite pastorali, visite di: Celso Paci, 1581, Faldone 1, fascicolo 1, c. 21 v.;
Celso Paci, 1583, Faldone 1, fascicolo 1, c. 32; Celso Paci, 1596, Faldone 1,
fascicolo 1, c. 96 v.; Ambrogio Caccia, 1603, Faldone 1, fascicolo 1, c. 33 v;
Pompeo Mignucci, 1650, c. 25v; c. 39v; c. 103; c. 119; Nicola Leti, 1656, c. 148v e ss; Nicola Leti, 1659, c.
50; Nicola Leti, 1665-67, c. 71; Arch. capitolare, cart. Rendimenti di conti, vol. 1627-43; Arch.
capitolare, cart. Autorità civili, fasc. 1932; Arch. capitolare, cart.
Fabbriceria, fasc. 1942; Arch. capitolare, cart. Autorità civili, fasc. 1944;
Arch. capitolare, cart. Carte importanti ed antiche, fasc. 1786.
Architettura
La chiesa dei Santi Giovanni e Andrea Apostoli di Canino sorge nel cuore del borgo antico, più precisamente accanto all'attuale piazza Costantino De Andreis nei pressi della fontana dodecagonale farnesiana risalente al XVI secolo.
Orientata secondo l'asse geografico che va da nord-ovest a sud-est, la fabbrica si imposta su uno schema a croce latina con tre navate, transetto poco sporgente e coro a terminazione absidale.
Uno schiacciato atrio media fra l'interno e l'esterno e consente lo sviluppo di una cantoria sopra collocatavi, mentre ai lati delle navate – più basse e contraddistinte da una successione di volte a vela – prendono corpo le cappelle laterali (tre per lato): vani coperti a botte dalle ridotte dimensioni che, scanditi da un ordine tuscanico, inquadrano finestre termali nelle pareti di fondo sotto cui alloggiano diversi dei numerosi dipinti in possesso della parrocchia.
Paraste ioniche di maggiore dimensione connotano la navata centrale, il transetto e il coro, definendo così sia il ritmo delle membrature sia la gerarchia degli spazi. Sopra la trabeazione che cinge l'invaso decritto dall'ordinanza si appoggiano volte a botte riquadrate, dotate di unghiature finestrate, mentre la crociera è coperta da una calotta su pennacchi sferici, racchiusa esternamente in un tiburio quadrato dalla modesta altezza. Sulla parete sud-est del transetto si apre la cappella Bonaparte: un ambiente finestrato coperto da una volta a botte contraddistinto dai monumenti funebri di Luciano Bonaparte (1775-1840) – principe di Canino che qui volle erigere due cenotafi alla memoria del padre Carlo Maria Bonaparte (1746-85) e della prima moglie Christine Boyer (1771-1800) – dalla lapide commemorativa della seconda moglie Alexandrine de Bleschamp (1778-1855) e della memoria in marmo dedicata al figlioletto della coppia morto in tenera età, Giuseppe Luciano (1806-07). Al contrario, sul lato opposto (nord-est) si trova la sagrestia: un locale a soffitto piano intonacato dotato di due finestre da cui si entra negli uffici parrocchiali, in parte usati come magazzini, e si sale alla canonica soprastante per mezzo di una scala.
All'esterno, la facciata sporge su uno slargo contiguo alla piazza che ne permette l'osservazione integrale solo di scorcio. Si tratta un prospetto a due ordini concluso da un timpano triangolare. Il livello inferiore è tripartito da lesene tuscaniche binate; il livello superiore, di pressoché eguale altezza, s’innalza invece per il solo corpo centrale ed è scandito ugualmente da lesene binate – questa volta però ioniche – raccordandosi alla parte sottostante con settori ricurvi. L’ingresso principale è in asse e contrassegnato da un frontespizio semicircolare che diviene triangolare in corrispondenza degli altri due portali fiancheggianti quello centrale, mentre nel secondo ordine l’assialità è ribadita da una finestra rettangolare con timpano triangolare. Nel fregio della trabeazione campeggia la scritta "IN HONOREM SS. APLORUM IOANNIS ET ANDREAE UNIVERSITAS CANINI ANNO DNI MDCCXCIII". Conclude l'assetto esterno una serie di sculture lapidee riproducenti fiaccole, poste in alzato in continuità delle paraste, e il campanile isolato a quattro livelli sovrapposti e così articolato: un basamento lapideo; un settore pieno impreziosito da una lapide commemorativa; un settore parzialmente bucato per mezzo di una monofora e cadenzato da bugne agli angoli; un ultimo settore aperto su tutti i lati da monofore sottolineate da archi in pietra nonché da una cornice sporgente.
Inoltre, è da segnalare che sotto la chiesa è stata recentemente aperta una sede della Caritas utilizzando parte dei sotterranei creatisi per via dell'inclinazione del terreno sopra cui la fabbrica è stata costruita.