Chiesa di Sant'Antonio Abate e di Santa Caterina

Edificio di culto

  • Acquapendente (VT)
  • Chiesa di Sant'Antonio Abate e di Santa Caterina
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Presentazione

La chiesa di S. Antonio, sita in Via Roma, dietro la chiesa di S. Agostino e comunicante con la chiesa di S. Caterina, è citata nel 1650 con la confraternita omonima, istituita nel XV secolo con lo scopo di provvedere ad opere di beneficenza, sostenere i poveri ed istituire una dote per le ragazze. Nel 1875 viene riedificata dall’architetto Guglielmo Meluzzi ed assume l’aspetto che oggi conosciamo.

Fonti: A. Agostini, Le chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987, p. 213; D. Dottarelli, Le diocesi di Castro, Acquapendente e Bagnoregio: gli archivi delle confraternite, in La storia delle confraternite nel territorio viterbese: origini, vicende, funzioni sociali e religiose, a cura di D. Dottarelli, Viterbo 2010, p. 48; Cedido, Archivio storico vescovile di Acquapendente, serie Visite pastorali: visita di Pompeo Mignucci, 1650, c. 145.

Architettura

La chiesa dedicata ai Santi Antonio Abate e Caterina sorge nel cuore della comunità di Acquapendente lungo la via Roma e, più precisamente, nei pressi della chiesa di Sant'Agostino. Orientato secondo l'asse che va da nord-est a sud-ovest, questo edificio di culto si inserisce all'interno del tessuto abitato e si imposta su uno schema a mono-aula rettangolare con coro a terminazione absidale e una cappella lungo l'asse trasversale, sfarzosamente ornata e coperta da una volta a botte. La facciata si presenta austera e connotata da una formulazione a capanna valorizzata dal trattamento a bugnato della superficie. Una finestra termale domina il centro del prospetto e sotto, in asse, trovano posto un portale con timpano triangolare e la scritta dedicatoria del tempio che cita: "DOMINI HONOREM SS. ANTONII ABAT CATHARINAE V. M. AEDES DICATA". Sopra, conclude in alzato l'affaccio un frontone triangolare liscio. All'interno, invece, l'impaginato appare decisamente più ricco, nonostante la semplicità delle membrature. Nella fattispecie, sulla destra (nord-ovest) si apre una cappella con altare a muro dedicata a San Rocco mentre, sul lato diametralmente opposto (sud-est), si colloca una nicchia contente una statua della Madonna protetta da una schermatura in vetro. Proseguendo in avanti, un gradino e un arco trionfale semplificato segnalano l'inizio dell'area presbiteriale. In particolare, lungo l'arco, la scritta "FONS ACQUAE SALIENTIS IN VITAM AETERNAM" sottolinea il cambio di registro, ribadito poi più oltre da una maggiore opulenza decorativa. Infatti, se nella navata la copertura a volta a botte è nobilitata dalla presenza di affreschi simbolici posti a mimare inserti di stucco, nel coro la pittura occupa tutto lo spazio dell'abside secondo una raffigurazione metaforica della salvezza divina concessa per mezzo del battesimo. Sotto, una nicchia con statua sovrasta le sedute del coro ligneo e l'ingresso alla sagrestia. Si tratta di una stanza rettangolare coperta con un soffitto piano con travi di legno a vista che, dotata di finestra sulla sinistra (sud-est), comunica frontalmente con un magazzino (sud-ovest) e sulla destra (nord-ovest) con la vicina "casa del pellegrino": un'abitazione attualmente utilizzata come foresteria. Conclude poi il sistema degli apparati della chiesa una cantoria lignea con bussola in controfacciata. Quanto all'illuminazione, questa appare alquanto limitata poiché, oltre alla foratura della facciata, si registra la presenza di un'altra sola finestra in corrispondenza della parete sinistra (sud-est) dell'abside.

Architetto/progettista/artista

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