Sita vicino al Poggio Graziano, è citata per la prima volta nelle
“Croniche” di Pietro Paolo Biondi che la inserisce tra le sei parrocchie di
Acquapendente. Costruita sicuramente prima del 1594 ma non se ne conosce la
data della erezione, né della consacrazione. Se ne hanno notizie dai libri
parrocchiali fino al 1871 anno in cui la parrocchia viene traferita nella chiesa
di S. Michele Arcangelo al mercato (sita al lato del vecchio Palazzo comunale)
dove resterà fino ai primi mesi del 1875 per passare poi, dal marzo 1875 al
giugno 1877, nella chiesa di S. Stefano. A seguito della demolizione delle
chiese di S. Lorenzo e S. Michele arcangelo al mercato, il 3 giugno 1877 viene
inaugurata la nuova chiesa intitolata ai Santi Lorenzo levita e martire e
Michele arcangelo. Più volte ristrutturata e rinnovata tra il 1890 e il 1939
per volere del parroco mons. Vincenzo Cirilli. Danneggiata dai bombardamenti
della Seconda Guerra mondiale, viene ristrutturata e riaperta al culto nel 1949
dopo interventi al tetto, alle volte, al pavimento, la tinteggiatura delle
pareti e la decorazione dell’abside (ad opera di Alfredo Consoli), la realizzazione
del nuovo altare (di Leonetto materassi). Nuovi interventi di restauro si
susseguono fino al 1981 e riguardano prevalentemente il pavimento e il tetto.
Bibl.: A.
Agostini, Le chiese di Acquapendente,
Acquapendente 1987, p. 238; P.P. Biondi, Croniche
di Acquapendente, 1984; pp. 121-127; La
devozione mariana nelle chiese di Acquapendente, a cura di Monica
Ceccariglia e Danila Dottarelli, Acquapendente 2005, p. 29.
Architettura
Stretta all'interno del tessuto storico della comunità di Acquapendente, la piccola chiesa di San Lorenzo Martire si posiziona sull'angolo fra via Guglielmo Marconi e una piccola via traversa posta sul suo fianco nord.
Orientato secondo l'asse che va da nord-est a sud-ovest, questo luogo di culto si imposta su uno schema a croce greca allungata lungo l'asse longitudinale per mezzo di un'abside ed è fiancheggiato da quattro ambienti accessori coperti con una volta a vela.
All'esterno, l'edificio presenta una facciata piana interamente intonacata e suddivisa in tre settori da quattro grandi paraste tuscaniche poggiate sopra un alto basamento in blocchi di tufo squadrati lasciati a vista. Due rampe di diciannove gradini conducono all'ingresso del tempio che, posto al centro ed evidenziato da un timpano triangolare in rilievo, trova collocato superiormente in asse un rosone circolare, inserito entro due cornici che riquadrano il prospetto. Sopra, conclude lo sviluppo in alzato un frontone triangolare liscio aggettante. Nei prospetti laterali, invece, la muratura in tufo è esibita a nudo.
All'interno, quattro volte a botte definiscono i bracchi della croce che, al centro, sviluppa altresì una soluzione a vela. A minore altezza e introdotti da archi aperti fra la muratura perimetrale e i pilastri tuscanici di sostegno alla struttura della crociera, si ergono i vani accessori: spazi angolari quadrati privi di un reale utilizzo che, però, conferiscono maggiore ariosità alla fabbrica accentuandone la dimensione. Lungo l'asse trasversale prendono poi posto due altari laterali a muro preceduti da una balaustra in marmo: uno, sulla destra (nord-ovest) è dedicato al Sacro Cuore di Gesù; l'altro, sulla sinistra (sud-est), alla Madonna della Salute.
In controfacciata, una bussola lignea con cantoria fiancheggiata da una scala lavorata in ferro battuto lascia entrare la luce dall'oculo soprastante che, assieme alle altre bucature sopra le cappelle laterali e sulla parete di fondo (sud-ovest) garantiscono un’illuminazione diffusa durante tutto il giorno. Al lato (ossia sud-est), un'ulteriore balaustra segnala l'esistenza di un fonte battesimale.
L'intradosso appare interamente intonacato con colori tenuti che variano dal bianco – utilizzato per gli elementi portanti, gli archi e le cornici – al beige, usato per campire le pareti e le volte. Solo l'abside mostra una maggiore decorazione pittorica: un arricchimento teso a sottolineare il ruolo preminente del presbiterio, ribadito anche dall'altare in marmo – qui posto nel fondo – e dal rialzamento di un gradino del piano di calpestio.
Sulla destra (nord-ovest), si apre la sagrestia: una stanza finestrata pressoché rettangolare e coperta da un soffitto piano intonacato. Da qui, si può accedere a un ripostiglio con bagno e uscire all'esterno. Altrimenti, tramite una scala si può salire al piano superiore, dotato di due appartamenti attualmente però non visitabili perché abbandonati e pericolanti.
Dietro la chiesa si apre un giardino di pertinenza della stessa, accessibile dalla sagrestia.