Chiesa di Santa Vittoria

Edificio di culto

  • Acquapendente (VT)
  • Chiesa di Santa Vittoria
  • Chiesa di Santa Vittoria

Presentazione

Sita in Via XV maggio, era chiesa priorale, principale e matrice della città di Acquapendente nel 1588, quando Acquapendente apparteneva alla Diocesi di Orvieto. Nel 1649 Acquapendente viene distaccata dalla sede vescovile di Orvieto e dichiarata capoluogo di Diocesi, a seguito della distruzione di Castro. La chiesa del Santo Sepolcro viene elevata a dignità di cattedrale e S. Vittoria passa in secondo piano. Chiusa al culto nel 1980 a causa del pericolo incombente per fatiscenza di alcune strutture portanti e della copertura della chiesa, sarà riaperta nel 1986.

Bibl.: A. AgostiniLe chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987, p. 89-101.

Architettura
Posta all'incrocio fra via XV Maggio e via di S. Vittoria, la chiesa dedicata alla memoria dell’omonima santa sorge stretta all'interno del tessuto abitato della città di Acquapendente. Orientato secondo l'asse che va da nord-est a sud-ovest, questo luogo di culto si imposta su una pianta a schema basilicale a tre navate, fiancheggiate lungo l'asse trasversale da due cappelle rettangolari. All'esterno, l'edificio presenta un prospetto suddiviso in tre settori da quattro paraste tuscaniche poggiate sopra un alto basamento in blocchi di tufo squadrati lasciati a vista. Due rampe di diciotto gradini ciascuna conducono all'ingresso del tempio che, posto al centro, trova collocata superiormente in asse una finestra rettangolare appesa al cornicione. In sommità, conclude lo sviluppo in alzato della facciata un frontone triangolare liscio. All'interno, invece, una serie di quattro arcate su pilastri scandiscono il ritmo interno definendo nelle campate laterali spazi coperti con volte a crociera, mentre nella navata maggiore si staglia una volta a botte ribassata. Una ricca decorazione pittorica di tipo geometrico – alternata a motivi naturalistici, al simbolo della croce e a un cielo stellato – caratterizza l'ornamento d'intradosso esaltato dalle forature, le quali garantiscono un'illuminazione diffusa durante tutto il giorno. Si tratta di otto bucature di cui: due disposte negli anditi di fondo fiancheggianti il presbiterio; due nell'abside centrale appena sopra il coro ligneo; una in controfacciata; una lungo la parete sinistra (sud-est) e due rispettivamente nelle cappelle laterali, lungo sempre però la parete nord-est. Tre gradini con sopra una balaustra in marmo lavorato permettono l'accesso all'altare maggiore che, rialzato di un ulteriore gradino, domina la sala e resta sottolineato nella sua importanza anche da un ribassamento della copertura. Una bussola lignea con sopra una cantoria posta in controfacciata (nord-est) completa il sistema degli apparati di questa fabbrica che, lateralmente (nord-ovest), comunica per mezzo di una porta con la sagrestia: una stanza finestrata pressoché rettangolare coperta con un soffitto in travi di legno intonacate la quale – a sua volta – immette in un ambiente aperto verso un magazzino e l'esterno. Di qui – superato un dislivello di tre gradoni – si può accedere anche a un cortile retrostante il manufatto: uno spazio all'aria aperta di risulta dove affacciano un bagno, l'oratorio della parrocchia e un campetto. In alto, si scorge da questa posizione pure il campanile, collocato proprio sopra i vani accessori della chiesa (a nord-est): una struttura a vela con tre formici e altrettante campane. Attualmente, la chiesa è chiusa al pubblico a seguito del terremoto che l’ha resa inagibile. L’oratorio e il campetto sono però regolarmente utilizzati da parrocchiani e volontari.

Architetto/progettista/artista

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