Chiesa di Santo Stefano

Edificio di culto

  • Viterbo (VT)
  • Bagnaia, S. Stefano
  • Bagnaia, S. Stefano, interno
  • Bagnaia, S. Stefano, interno

Presentazione

Sede della Confraternita dei Disciplinati. Si dice sorta molto prima della chiesa di S. Maria, il primo documento certo sulla chiesa di S. Stefano risale al 1464 quando è già sede della confraternita femminile della Disciplina che vi resta fino al 1732. Con l’apertura, nel 1541, della nuova porta d’entrata al Borgo e la conseguente chiusura di quella fino ad allora utilizzata posta presumibilmente accanto alla Chiesa di Santo Stefano, si crea uno spostamento della vita cittadina nella parte sud del Borgo. La chiesa inizia a perdere l’importanza assunta fino ad allora. Risulta definitivamente abbandonata nel 1759 e ridotta a cimitero.

Tra il 1861 e il 1866 l’edificio venne venduto a privati. Dopo la seconda metà del XIX secolo l’ambiente dell’oratorio rimane probabilmente a destinazione di rimessa o ricovero attrezzi cosi come viene trovato nel 1969. Viste le precarie condizioni in cui versavano gli affreschi che ornavano la vecchia chiesa, si decide un’intervento di recupero per evitare una sicura distruzione delle opere. La Cassa di Risparmio di Viterbo, di concerto con la Soprintendenza dei Beni Culturali, sovvenziona il distacco degli affreschi. Le opere originali, si trovano depositate presso gli uffici della Cassa di Risparmio di Viterbo. Ora la chiesa non è più consacrata al culto è utilizzata come magazzino per riporre i vestiti e gli arredi per la processione del Venerdì Santo.

Fonti: Visite pastorali di Tiberio Muti, 1616, f. 23; Tiberio Muti, 1630, f. 179 v; Alessandro Degli Abbati, 1732, Vol. I, f. 229 v; V. Frittelli, Bagnaia “Cronache d’una terra del Patrimonio”, Bagnaia, 1977.

Architetto/progettista/artista

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