Presentazione
Sita sulla collina, dinanzi al mattatoio è la chiesa di S. Maria della Ginestra, detta poi di S. Giovanni decollato. Menzionata nel 1243, quando per la guerra contro Federico II nelle cronache di Niccolò della Tuccia. Nel 1262 papa Urbano IV, conferma al Monastero di Farfa il possesso della chiesa. Nel 1280 Bartolomeo, preposto della chiesa di S. Maria della Cella, anch’essa sotto Farfa, chiede l’affidamento dei parrocchiani di S. Maria della Ginestra, affidamento che verrà accordato solo nel 1290. La parrocchia, che si estendeva da Porta Bove all’Ospedale di S. Spirito in Valle Faul, passa nel 1293 ai Benedettini del Monastero di Sassovivo, con facoltà di costruirvi un convento. In seguito entra in possesso di S. Maria della Ginestra la chiesa di S. Maria in Valverde, fuori Porta Faul. Nel 1450 passa i Frati del Terz’Ordine Francescano. Dal 1520 al 1553 vi sono i Minori Osservanti, poi la Confraternita della Pietà, che si unisce a quella della Misericordia o S. Giovanni decollato. Dal 1525 al 1527 la chiesa è ridotta a lazzaretto per lo scoppio della peste avvenuto nel 1524. Nel 1855 scoppia a Viterbo il colera e la chiesa torna ad uso di lazzaretto. Nel 1875 passa di proprietà dello Stato italiano che ne determina la decadenza. Alla fine degli anni 1980 la Cooperativa Centro Arte e Restauro “Andrea Scriattoli” stipula un contratto col comune che prevedeva il restauro della chiesa in cambio della concessione in affitto.
Bibl.: M. Galeotti, L’Illustrissima città di Viterbo, Viterbo 2000, pp. 597-599.