Chiesa di Santo Stefano

Edificio di culto

  • Acquapendente (VT)
  • Chiesa di Santo Stefano
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Presentazione

Nel 1600, per interessamento della Confraternita di s. Stefano o della Comunità, viene costruita all’angolo della piazza principale, la chiesa di S. Stefano, dove viene trasferita la preesistente confraternita. Non è documentato il periodo della costruzione, si sa con certezza che il vescovo Febei (1683-1688), fa eseguire nella chiesa grandi lavori di restauro che ne modificano le linee architettoniche. L’edificio giunge con questo nuovo aspetto fino al 1944 quando viene danneggiata dal bombardamento dell’8 giugno. Con il suo ingresso in diocesi, nel 1951, mons. Boccadoro porta a compimento le pratiche di ricostruzione S. Stefano già iniziate dal suo predecessore mons. Ponti. La nuova chiesa è terminata nel 1957.

Fonti: A. Agostini, Le chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987, pp. 133-158.

Architettura
Parzialmente affacciata su piazza Girolamo Fabrizio – il principale slargo e punto di ritrovo di Acquapendente – la chiesa di Santo Stefano sorge su un angolo della stessa e prospetta lateralmente (sud) su piazza Nazario Sauro. Orientato secondo l'asse che va nord-ovest a sud-est, questo luogo di culto si sviluppa secondo il modello dell'aula unica longitudinale. All'esterno, la facciata si presenta interamente intonaca di arancione, austera nelle fattezze e organizzata sostanzialmente in tre settori scanditi da due ordini sovrapposti di pilastri con capitelli stilizzati in pietra. Il settore centrale – preminente rispetto agli altri due laterali – è a tutt'altezza ed è dominato al centro da un rosone dai contorni in rilievo sotto cui si colloca il portale d'ingresso, rialzato di due gradini rispetto al piano di calpestio e nobilitato da un timpano triangolare in aggetto. Sopra, invece, si staglia il frontone dell'edificio, concluso nella sommità da una croce in ferro battuto. All'interno, le membrature della sala si alternano in un continuo gioco di pieni e vuoti su due livelli. Alla base, binati di paraste con capitelli stilizzati definiscono rientranze rettangolari poco profonde, di cui quella lungo l'asse trasversale a sinistra (nord) si allarga al fine di ospitare un altare a muro di recente fattura e dedicato all’immagine del Buon Pastore. Superiormente, invece, rincassi rettangolari a gradoni imitano le forature della sala giacché completamente assenti sul fianco nord. Infatti, le uniche aperture si posizionano sul fianco sud (tre) e su ambo i lati nel presbiterio (due). Quest'ultimo è segnalato dalla presenza di un arco trionfale incavato nella parete. La terminazione del presbiterio è piana e sulla sinistra (nord) è collocata la sagrestia: una stanza rettangolare finestrata in comunicazione con l'esterno per mezzo di una scala di undici gradini (meno uno in corrispondenza della soglia) e dotata di tre altri vani, adibiti a magazzino e comprensivi di un bagno. Sul lato opposto della fabbrica, a destra (sud), si trova altresì la casa parrocchiale: una serie di ambienti che, collegati all’aula liturgica per mezzo di una porta, attualmente ospitano solamente gli uffici del parroco, essendo per il resto totalmente disabitata. Di qui si sale anche al campanile (a sud): una torre a base rettangolare di quattro livelli semplicemente valorizzata da cornici estradossate e bucature arcuate. Quanto alle coperture, mentre sulla navata appoggia un tetto ligneo su capriate del tipo palladiano posto a sostenere travetti e pianelle faccia-vista, sopra l'altare maggiore in marmo prende posto un soffitto piano ligneo con travature emergenti a vista.

Architetto/progettista/artista

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