Presentazione
La chiesa di S. Giovanni sorge nel 1513 per iniziativa del prelato viterbese Giovanni Battista Almadiani, protonotario apostolico e prefetto dei bollatori. Aperta al culto nel 1515 non tardò ad ottenere indulgenze e privilegi da parte di Leone X, tra cui quello del Fonte battesimale. L’istituzione nella chiesa del Fonte battesimale viene accordata nella considerazione che, a Viterbo, ne esistevano soltanto due: in S. Lorenzo e in S. Sisto, siti nei due angoli della città che aveva un circuito di tre miglia. La chiesa e all’annesso convento - costruiti per l’ordine religioso dei Carmelitani della Congregazione di Mantova – ricevono dall’Almadiani beni siti in Roma e in Viterbo e che, alla sua morte, sarebbero passati agli eredi del donatore e, in assenza di essi, alla sacrestia di S. Giovanni. In attesa della fine della discendenza, i frati ricevono sostegno dal Comune che, tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, concede loro sussidi per l’organo, il coro, il pulpito, etc. Dal 1603 sono concessi aiuti ai frati di S. Giovanni anche per l’insegnamento della Dottrina cristiana oltre che per riparazioni da apportare sulla chiesa, realizzazione di suppellettili e oggetti sacri, lavori da svolgere nell’edificio. La disputa sulla eredità lasciata dall’Almadiani si protrarrà fino al 1749.