Chiesa della Madonna del Carmine

Edificio di culto

  • Acquapendente (VT)
  • Chiesa della Madonna del Carmine
  • Chiesa della Madonna del Carmine

Presentazione

La chiesa di S. Maria del Carmine, già santa Maria Incarcerata, è affidata ai Frati del Carmine della Congregazione di Mantua. Fabbricata dalla Comunità che la concede ai frati nel 1517, è annesso alla chiesa un piccolo convento. Non si sa quando i Carmelitani se ne siano andati da Acquapendente, senz’altro non c’erano più nel 1748 quando il vescovo Bernardi mette chiesa e convento a disposizione del Seminario. L'edificio originario viene fatto demolire nel 1814 dal vescovo Pierleoni che fa costruire nella zona una piccola chiesa, l’attuale, che tutti chiamano ancora chiesa del Carmine. Nel 1986 è riaperta al culto.

Bibl.: A. Agostini, Le chiese di Acquapendente, Acquapendente 1987, pp. 227-230.

Architettura
Nei pressi della Basilica del Santo Sepolcro di Acquapendente, procedendo lungo la strada regionale 2– meglio nota come via Cassia – in direzione di Viterbo, sorge la chiesa della Madonna del Carmine. Orientato secondo l'asse che va da nord a sud, questo edificio di culto si erge isolato in mezzo a una delle zone industriali della comunità alto-laziale e si presenta estremamente ridotto in dimensioni: una cappella votiva a pianta rettangolare dotata sulla destra (ovest) di un piccolo ambiente accessorio e inserita all'interno di un giardino di pertinenza, ribassato di un gradino rispetto al livello di circolazione carrabile. All'esterno, la fabbrica si presenta semplice e caratterizzata da una facciata riquadrata del tipo a capanna, con la consueta impostazione delle chiese di campagna connotate da finestrelle quadrate ai lati dell’accesso. Un’altra bucatura rettangolare sormonta la porta; sia quest’ultima sia le finestre ai lati sono caratterizzate da semplici incorniciature in pietra e da infissi metallici; solo l'ingresso presenta una modanatura lapidea maggiormente lavorata. All'interno invece, una volta superata una grata in ferro battuto, il vano si presenta pressoché spoglio di qualsiasi tipo di aggettivazione formale. Campeggia al centro della parete di fondo una immagine della Madonna con il Bambino che – inserita entro una cornice lavorata in stucco a immagine di un tempio – sovrasta l'altare, quest'ultimo poggiato su un basamento di due gradini. Lateralmente, prendono posto due panche mentre, in alzato, un semplice tetto ligneo con pianelle faccia-vista poggia sopra una trave principale posta in asse con l’accesso. Quanto alla sagrestia, questa appare coperta alla stessa maniera ma secondo una falda unica, data la limitata superficie. Infatti, si tratta sostanzialmente di una stanza che, aperta sul lato ovest, ospita sulla sinistra (sud) un ripostiglio e una finestra, la cui luce collabora alla generale illuminazione e areazione dell'immobile. Un campanile a vela, posto in corrispondenza dell'angolo nord-ovest – e più precisamente in concomitanza con il punto di cesura fra la sagrestia e l'aula – completa il sistema degli apparati di questo modesto santuario votivo.

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