Chiesa di San Sisto

Edificio di culto

  • Viterbo (VT)
  • Chiesa di San Sisto
  • Chiesa di San Sisto
  • S. Sisto Campanile
  • S. Sisto Facciata
  • S. Sisto Campanili
  • S. Sisto Neri di Bicci

Presentazione

Entrando in città dalla Porta Romana il primo fabbricato che si offre a destra è la chiesa di S. Sisto. Edificata presumibilmente sui resti di una precedente edicola, è citata tra le più antiche chiese di Viterbo. E’ probabile che, la sua costruzione risalga ad una data compresa tra il 1037 ed il 1046. In origine era dedicata alla Trinità, S. Maria, S. Sisto e S. Marco. Dopo l’ultimazione delle mura urbiche (1098) e non più tardi del 1116, papa Pasquale II (1099 – 1118) - intento a riconquistare il territorio della Tuscia - concedeva a S. Sisto i privilegi della pieve. L’ara pagana presente presso l’ingresso a destra della chiesa, veniva trasformata in fonte battesimale. Da quella data la chiesa fu consacrata soltanto a papa Sisto II.

I beni  dei fondatori, le oblazioni dei fedeli, i privilegi convessi da Innocenzo II (nel 1133) ed Eugenio III (eletto nel 1145) permisero di trasformare l'antica chiesa in una più maestosa e più bella. In età moderna la chiesa aveva anche l’assistenza del Comune: nello statuto del 1469 si stabilisce che vi si dovevano conservare le chiavi dell’arca del Comune che conteneva le scritture più importanti. Nel 1574 fu unita alla parrocchia soppressa di San Nicola delle Vascelle e per qualche tempo a quella di san Leonardo in colle. Venne soppressa come parrocchia soltanto nel 1873 per la legge dell’asse ecclesiastico per tornare però presto parrocchia.

Architettura
La chiesa si trova a ridosso delle mura cittadine, alle quali aderisce nella parte posteriore; si erge con la sua facciata su piazza San Sisto, mentre a nord confina con un cortile privato e a sud con il cortile parrocchiale che affaccia su via Garibaldi. L’impianto basilicale, a tre navate con asse est- ovest, è caratterizzato dall’elevato dislivello, corrispondente a 15 gradini, che separa il corpo longitudinale dall’area presbiteriale, anch’essa a tre navate. La navata centrale della parte destinata ai fedeli, ampia il doppio rispetto alle laterali, è separata da esse tramite sei arcate a tutto sesto che poggiano su colonne monolitiche, arricchite da capitelli e basi di varia forma, e su pilastri con semicolonne, alle estremità. All’aula si accede tramite l’unico portale presente in facciata, preceduto da quattro gradini e seguito da una bussola lignea. L’ultima campata delle navate laterali, rialzata di un gradino e separata da un arco a tutto sesto, ospita a destra una cappella coperta con una volta a crociera, mentre a sinistra il vano d’ingresso alla rampa di scale che conduce al presbiterio. A metà di questa rampa, dopo otto gradini, si trova sulla destra l’accesso alla cripta, che si sviluppa al di sotto dell’area presbiteriale, e alla quale non si accede direttamente, ma tramite un primo ambiente sul quale si apre la porta d’ingresso. La cripta, a pianta rettangolare con terminazione absidata, risulta divisa in due navate trasversali da sette arcate su pilastri, il tutto coperto con volte; lo spazio è privo di illuminazione naturale. Superiormente, la navata centrale è illuminata da cinque monofore per lato e, in controfacciata, da un oculo centrale. Il corpo longitudinale è coperto da tetti lignei: ad una falda nelle navate laterali e a due falde sorrette da capriate in quella centrale. Percorrendo la scalinata che conduce al presbiterio, dopo sette gradini s’innalza l’arco trionfale che separa gli spazi; una coppia di pulpiti in peperino è disposta simmetricamente appena oltre i piedritti dell’arco, articolati da semicolonne. L’area presbiteriale, con terminazione triabsidata, è separata da due arcate longitudinali, di differente ampiezza, sorrette centralmente da un enorme pilastro cilindrico, mentre alle estremità da pilastri con semicolonne. L’intera area liturgica è rialzata di due ulteriori gradini, al centro dei quali, in corrispondenza della prima campata, è posizionata al centro la mensa. Addossato alla parete di fondo, all’interno dell’abside maggiore si trova l’antico altare rialzato di sei gradini. Nella navata sinistra troviamo la cantoria in peperino, sorretta da due colonne centrali e due mensole laterali; sul lato opposto si apre la porta che conduce alla sagrestia, preceduta da tre gradini. L’area presbiteriale è illuminata da una finestra arcuata per lato e da monofore al centro di ciascuna abside; inoltre l’area è illuminata da due monofore arcuate ed un oculo posizionate nella parete che sovrasta la copertura delle navate. L’intera area è coperta da volte a botte con imposta in direzione trasversale nella prima campata e longitudinale nella seconda. Esternamente la chiesa rispecchia la divisione interna: la facciata, priva di articolazioni, ha la porzione centrale che s’innalza seguendo al culmine il profilo del tetto a doppia falda; mentre le parti laterali terminano a spiovente. Caratterizzata dalla sola presenza del portale in peperino, sormontato da una cornice rettilinea su mensole, è forata in alto da un oculo strombato. La chiesa è affiancata da due torri campanarie, la più grande è inglobata nelle mura ed ha pianta quadrata, mentre la più piccola, in posizione più avanzata, anch’essa a pianta quadrata, è divisa in due livelli e coperta da un tetto ad unico spiovente. Alle spalle dell’edificio emerge la sola abside centrale, poiché le laterali sono ricavate nello spessore murario; archetti pensili su semicolonne ne articolano il volume e proseguono più in basso ai lati di esso.

Architetto/progettista/artista

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