Presentazione
Di origine medioevale, compare citata nell’allibrato della chiesa di S. Angelo in Spatha a Viterbo, del 1334, in cui si elencano gli edifici ecclesiastici che devono pagare un censo. La chiesa di S. Egidio è nominata nella visita pastorale del 1573-1574 in quella data è retta dalla società della Misericordia o S. Egidio. Dalla visita del 1732 alla chiesa risulta annesso un Ospedale degli infermi. Dalla visita del 1861 nella chiesa è citata la Confraternita della Morte, nel 1867 vi sono la Confraternita del Preziosissimo Sangue, di S. Maria Addolorata, degli Angeli custodi e del Cristo Morto.
Fonti:
Archivio vescovile di Viterbo, visite pastorali di: Alfonso Binarino,
1573-1574, vol. I, fasc. III, f. 205; Tiberio Muti, 1616, f. 480; Tiberio Muti, 1630, f. 355; Alessandro Cesarini, 1636, f. 252; Francesco Maria Brancaccio, 1646-1647, f. 383; Adriano Sermattei,
1720, Vol. II, ff. 101–102; Alessandro degli Abbati, 1732, vol II, f.
96 - 98v; Gaspare Bernardo Pianetti, 1827, vol. IV, f. 544; Gaetano Bedini, 1861, vol. IV,
ff. 1310-1353; Eustachio Gonella, 1867, vol. IV, ff. 426-429; Vetralla.
Lungo la Via Francigena, itinerari 1, Vetralla, Ghaleb 2016, p 105.
Architettura
La chiesa di Sant’Egidio è localizzata all’interno del centro storico del paese, integrata nel tessuto medievale.
Prospetta con la facciata sulla via Cassia, fiancheggia con il lato destro un piccolo vicolo privato e con il lato sinistro edifici privati, mentre confina sul retro con propri ambienti di servizio.
L’organismo, ad aula unica, è disposto secondo l’asse nord est - sud ovest.
Nella parete di nord est, corrispondente con il prospetto principale, si apre il portale d’accesso preceduto da un gradino e seguito da una piccola bussola vetrata.
La chiesa ha una pianta ottagonale con lati obliqui molto brevi e rincassi sul lato d’entrata e su quello di fondo che ne accentuano l’asse principale. Le pareti terminano con una cornice aggettante che percorre tutto il perimetro, sulla quale si impostano quattro archi a tutto sesto e la calotta ribassata di copertura, sorretta dai pennacchi e forata da un lanternino centrale.
Nel vano dell’altare, una nicchia rettangolare formata da pilastri con capitelli compositi su piedistalli, trabeazione e coronamento a volute, ospita sul fondo un’edicola sostenuta da mensole, al cui interno è la statua della Vergine. Al di sotto, si apre una porta che conduce alla sagrestia retrostante.
In posizione leggermente avanzata si trova la mensa isolata, rialzata di un gradino; mentre nelle pareti laterali sono posizionati stalli lignei. La chiesa è illuminata dal lanternino della cupola, da una finestra semicircolare in controfacciata e da un ulteriore finestra posizionata sulla parete di sinistra (la corrispettiva è murata).
La facciata, intonacata, è a capanna con terminazione a timpano triangolare. Ornata interamente da un bugnato liscio, è divisa in due porzioni da una sottile cornice orizzontale; nella parte inferiore campeggia al centro il portale, fiancheggiato da due nicchie arcuate; nella parte superiore, subito al di sopra della cornice, si apre il finestrone a lunetta.
Il portale è in peperino, inquadrato da paraste tuscaniche architravate, con cornice che al centro si rialza a formare un piccolo timpano triangolare. A differenza della facciata, il prospetto laterale si presenta in muratura a vista.
Il campanile, a pianta quadrata, si erge al di sopra della copertura della chiesa nella parte posteriore.


