Presentazione
Citata per la prima volta nel 1487, costruita ampliando o demolendo, una piccola cappella. Sull’architrave dell’ingresso della chiesa era la scritta S(an)c(t)a Maria de la Rosa 1491. Nel 1494 la chiesetta non era ancora costruita e, il Comune, concede un’offerta. Sotto il patronato della chiesa di S. Marco e del Monastero di S. Salvatore al Monte Amiata, nel 1512 vi ha sede la Confraternita dei Disciplinati e nel 1592 l’Arte degli Osti che vi resta fino al 1630 quando subentra la Congregazione dei calzolai. Nel 1630 viene fondata la Congregazione della Beata Vergine delle Rose o dei Serviti di Maria Vergine. Da questa congregazione s. Giacinta Marescotti fonda la Confraternita dei Sacconi a cui viene concessa la chiesa. Restaurata nel XIX secolo. Chiusa al culto, nel 1918 viene adibita a ricovero dei prigionieri austriaci. La Confraternita dei Sacconi vi rimane fino al 1927. Oggi, a seguito dei lavori eseguiti nella vicina Camera di Commercio, tutte le costruzioni occupanti l’area sono state demolite per costruirvi un edificio destinato ad altro uso.Bibl.: M. Galeotti, L'Illustrissima città di Viterbo, Viterbo 2000, pp. 348-350; "La Rosa. Strenna viterbese", 1886, pp. 109, 112; Archivio vescovile di Viterbo, serie visite pastorali, visita di Francesco Maria Brancaccio, 1639, f. 105, visita di Francesco Maria Brancaccio, 1648, f. 253, visita di Francesco Maria Brancaccio, 1651, f. 245, visita di Egidio Mengarelli, 1770, f. 62, visita di Gaspare Bernardo Pianetti, 1827, Vol. II, f. 218.