Chiesa di Sant'Andrea Apostolo

Edificio di culto

  • Viterbo (VT)
  • Chiesa di Sant'Andrea Apostolo
  • Viterbo, S. Andrea, dettaglio
  • Viterbo, S. Andrea, affresco
  • Chiesa di Sant'Andrea Apostolo
  • S. Andrea_Interno
  • S. Andrea_Pianta

Presentazione

La chiesa di S Andrea a Piano Scarano, che si dice eretta dopo il 1148, è documentata soltanto nel 1236 anno in cui è elencata tra le chiese minori dalla Città. Nel 1262 è citata tra le chiese soggette al Monastero di Farfa, ma nel 1291 riceve già le indulgenze concesse da papa Niccolò IV. A sostenere la chiesa saranno - tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV - l’Arte degli Ortolani, che riconosce s. Andrea quale “capo e guida” e che ha nella chiesa la cappella dedicata a s. Nicola e l’Arte degli Speziali a cui appartiene il patronato della cappella dei ss. Lorenzo e Stefano. Nonostante il sostegno delle associazioni, alla metà del 1500 la condizione di S. Andrea risulta pressoché disastrosa, la cripta è adibita a cimitero ed il visitatore apostolico Alfonso Binnarino ordina che venga ripulita e chiusa per impedirne l’accesso agli animali immondi. A sostenere la chiesa, fino al 1576, si era unita anche la Confraternita dell’Orazione e Morte. All’inizio del XVII secolo il rettore di S. Andrea riceve, prima in locazione e poi in enfiteusi, la chiesa di S. Nicolò a Piano Scarano con annesso il chiostro. Nonostante le cattive condizioni, nel 1622 la parrocchia di S. Andrea conta 1255 abitanti, che già nel 1640 scendono a 922. Per avere notizia di restauri attuati sulla chiesa occorrerà aspettare il 1903 anno a cui risale un intervento voluto dal vescovo Antonio Maria Grasselli, mentre al 1945 si data un importante lavoro di ristrutturazione sulla chiesa quasi completamente distrutta dai bombardamenti del 25 maggio 1944.

Bibl.: A. Scriattoli, Viterbo nei suoi monumenti, Roma, 1915-20; G. Signorelli, Viterbo nella storia della Chiesa, vol. I, Viterbo, 1907; vol. II, parte II, Viterbo, Unione 1940; vol. III, Viterbo, Quatrini 1964; A. Carosi,  Le chiese di Viterbo, Viterbo, 1995, Scheda sulla chiesa di S. Andrea.


Architettura
Stretta fra via di Sant'Andrea e via della Fontana, la chiesa di Sant'Andrea di Viterbo affaccia su un piccolo slargo allo stesso Santo dedicato e occupa interamente il proprio lotto di appartenenza. Orientata secondo l'asse che va da sud-est a nord-ovest, questa piccola fabbrica monoaula con cripta sottostante al presbiterio, presenta una facciata con portico dai tratti irregolari. Infatti, se da una parte l'ingresso è connotato rigorosamente da tre passaggi (più uno sul fianco sinistro), di cui quello centrale architravato e arricchito al di sopra da una lunetta, dall'altra un locale adiacente sul lato destro, adibito a sacrestia, e il campanile a vela retrostante, definiscono uno sbilanciamento verso nord dell’affaccio pubblico, che tuttavia non si ripercuote all'interno. Anzi, dentro la simmetria si fa stringente. Tre absidi, di cui quella centrale maggiore, concludono lo sviluppo longitudinale dello spazio liturgico che, rialzato di nove gradini rispetto al piano di calpestio, si cinge di una balaustra fiancheggiata da due statue mobili: a destra (nord) Sant'Andrea; a sinistra (sud) la Vergine Maria. Al centro campeggia un crocifisso, appeso al soffitto. Le pareti lasciano tutte affiorare la muratura a vista la quale, realizzata in blocchi di tufo squadrati e montati secondo una tessitura orizzontale regolare con giunti di malta, viene esibita pure all’esterno. Nonostante però questa coerenza generale, evidente appare la datazione differente di alcune delle parti che la costituiscono, frutto di interventi successivi. Lo spazio dell’aula è scandito ai lati da due pilastri per parte, decisamente aggettanti, sopra i quali si appoggiano le capriate che sostengono il tetto a vista. Due coppie di mensole lapidee assolvono invece la medesima funzione in corrispondenza del presbiterio. Le quattro capriate complessive sorreggono un’orditura lignea formata da arcarecci e travetti, con riempimento di pianelle. In basso lo spazio fra i pilastri è occupato altari mediani. Quattro monofore per lato illuminano l’aula. Due rampe laterali di undici gradini ciascuna, adiacenti ai muri perimetrali, conducono dal principio della scalinata del presbiterio negli ambienti della cripta: un vano interamente realizzato in blocchi pietra che, scandito da volte a crociera su archi ogivali poggianti su basse colonne in granito, resta connotato – come sopra – da tre absidi sulla parete di fondo. L'illuminazione, qui come superiormente, è garantita da una serie di forature che, aperte su entrambi i lati, consentono anche l'arieggiamento dell’ambiente.

Architetto/progettista/artista

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